G.Iacono a confronto con N.Dipasquale

Postato in data 17 Marzo 2016 Da In Politica

BOTTA E RISPOSTA – G.Iacono / N.Dipasquale

Giorni prima di andare in stampa, ci è giunta notizia delle dimissioni del dott. Iacono da Presidente del Consiglio comunale di Ragusa. Abbiamo chiesto ed ottenuto cortesemente una sua intervista. Dopo, abbiamo raggiunto per telefono anche l’Onorevole Di Pasquale, chiamato in causa ed abbiamo registrato la sua replica. Pubblichiamo entrambi i documenti, tal quali e senza commenti per non influenzare “lopinione” dei nostri lettori.

Presidente Iacono, può illustrarci cortesemente, le motivazioni delle sue dimissioni?
Ho esplicitato in maniera chiara e pubblica attraverso conferenza stampa il 19 febbraio scorso le motivazioni delle dimissioni. Si è fatto e si fa uso delle istituzioni per porre in essere azioni finalizzate a danneggiare la città di Ragusa colpevole di avere una amministrazione avversa ed avvantaggiarsi elettoralmente presso altre ‘praterie’ elettorali in ragione delle elezioni ai quali si intende concorrere. Mi dimetto perché‚ ho grande rispetto delle istituzioni e l’uso distorto che ne fanno gli altri mi indigna. Non si possono fare norme “ad personam” ma le norme devono essere generali ed astratte altrimenti le istituzioni diventano altro e fanno venire meno la fiducia. Mi riferisco nello specifico all’emendamento alla finanziaria regionale presentato dal consigliere regionale Di Pasquale che prevede una distribuzione ad altri Comuni della parte di royalties, il 30 % della parte spettante, derivanti dallo sfruttamento del territorio di Ragusa con le trivellazioni petrolifere a terra. L’emendamento comprende inoltre, per la parte rimanente a Ragusa, l’utilizzo di 5 milioni per Ragusa Ibla. In sostanza una somma variabile ed extra come le royalties che è bene ricordarlo vengono date al territorio dove sono le trivellazioni, a compenso, della porzione di territorio utilizzata, della servitù creata, dei vincoli e dei potenziali rischi. La normativa nazionale che ha fatto propria la normativa europea prevede, ovviamente, che il Comune nel cui territorio vi è la “coltivazione” e che rilascia le autorizzazioni di pertinenza , assumendosene la responsabilità, abbia delle royalties. L’emendamento Dipasquale è una mostruosità giuridica perché non si comprende, se non nella logica dell’allargamento del bacino elettorale dello stesso, perché il danno lo subisce un territorio e i benefici li debbano prendere altri comuni. E’ auspicabile che anche altri centri storici abbiano finanziamenti ma dalla regione non certo sottraendoli al Comune di Ragusa. E’ una sorta di gioco delle tre carte poi per quanto riguarda Ragusa Ibla perché, di fatto prendiamo atto che non viene finanziata più dalla regione la L.R. 61/81 e con una entrata a gamba tesa si imporrebbe al comune ciò che non può essere imposto senza lederne l’autonomia sulle proprie risorse economiche.Cosa si sente di dire ai cittadini ragusani dopo quasi due anni di esperienza in questa amministrazione?
Il movimento “Partecipiamo” è in amministrazione da settembre 2014 e quindi non sono due anni. Penso che con grandi difficoltà, anche per le tante pesanti eredità, si è impostata in diversi settori, una attività di cambiamento. Penso che le aspettative siano tante e adesso è al giro di boa e dovrà accelerare in progetti innovativi capaci di favorire la generazione collettiva di sviluppo. Si dovrà avere la capacità di intercettare risorse per realizzare i progetti di valorizzazione dei parchi urbani delle vallate e per lo sviluppo economico e ci si attende molto dal nuovo servizio di gestione dei rifiuti urbani e dal diverso approccio al ciclo dei rifiuti. Ma sono tante le problematiche e le priorità e penso che vi sia tanta buona volontà e impegno da parte chi amministra.Vuol dire qualcosa anche ai nostri politici?
In tutte le parti la classe dirigente politica è lo specchio della società stessa ed oggi vi è un grande imbarbarimento con l’aggravante che nel passato era più diffuso il senso delle istituzioni ma anche la competenza, oggi manca un po’ tutto e, soprattutto, l’onestà intellettuale che impedisce a chi ce l’ha di utilizzare qualsiasi mezzo per raggiungere i propri scopi .

Dopo le sue dimissioni, quale futuro intravede per questa amministrazione?
Ho pensato alla mia città che ho visto assediata ed umiliata ed ho deciso di fare un gesto forte come le dimissioni dalla seconda carica istituzionale del comune ma non ritengo che questo influisca sulla amministrazione che ha una sua, ormai, avviata e consolidata organizzazione mentre sul piano personale l’esperienza è stata amara per avere constatato in Consiglio Comunale l’irrecuperabilità comportamentale di alcuni componenti certamente non all’altezza del delicato compito che gli elettori hanno loro assegnato.

E’ la volta dell’Onorevole Dipasquale:

Voglio intervenire sulle dimissioni di Giovanni Iacono da “Presidente del Consiglio Comunale di Ragusa” per rimarcare come da tempo non si assisteva nella nostra città ad una simile farsa politica. Il valzer delle Royalties, infatti, assume oggi un aspetto grottesco, se si considera che proprio il Dott. Iacono quello che ha sempre ostacolato il “Sindaco Dipasquale” per il rilascio delle concessioni petrolifere si erge adesso a loro paladino!

Fortunatamente per Ragusa e per i Ragusani, però, ne lui ne Piccitto erano Sindaci al tempo dei miei mandati, altrimenti la nostra città riscuoterebbe ancora oggi appena un milione e trecentocinquantamila euro di somme concordate; abbiamo invece raggiunto la “modesta” cifra di trenta milioni di euro e ripeto trenta milioni di euro proprio grazie al mio impegno da Sindaco e da Onorevole, che egregiamente collaborato da altri parlamentari ha preteso ed ottenuto anche il raddoppio delle aliquote.
No è una vergogna nascondere tutto questo?

Circa la polemica sull’utilizzo degli introiti derivanti dalle Royalties, invece, ho sempre detto e sostenuto mettendoci la faccia che le somme devono essere impiegate in maniera legittima e costruttiva, per incentivare la crescita della città e non per rattoppare una cattiva gestione. Devono servire a rilanciare l’occupazione, le attività economiche, lo sviluppo del territorio, la riqualificazione urbana, il consolidamento del patrimonio UNESCO, etc.

Il sindaco Piccitto, invece, le utilizza arbitrariamente, per le spese correnti. Ma di questo uso/abuso, fortunatamente, se ne occuperà presto la “Procura della Corte dei Conti” alla quale il nostro buon Federico dovrà rispondere su mia espressa denuncia.

E parliamo, finalmente, della norma sulla ripartizione dei proventi delle Royalties, norma da me presentata alla regione e che i “cinque stelle” hanno voluto bocciare proprio perché‚ il loro Sindaco, a Ragusa, ne ha già sperperato parecchi di questi proventi (oltre venti milioni di euro).

Ricordo che il sottoscritto, oltre che parlamentare del capoluogo, lo è anche della provincia, essendo stato eletto con il cinquanta per cento di voti a Ragusa ed il resto negli altri comuni. Il mio emendamento prevedeva che la fetta maggiore dei trenta milioni (corrispondente a ventisei, dico, ventisei milioni di euro) entrassero nelle casse del comune di Ragusa e che solo quattro milioni, venissero ripartiti agli altri comuni iblei compatibilmente al numero degli abitanti.

E’ un principio sano, che difendo oggi da parlamentare regionale ma che avrei sostenuto e difeso anche al tempo in cui ero sindaco. Il capoluogo di provincia con la sua classe politica ha un impegno sussidiario verso i comuni minori.

Non riconoscere ad essi una piccolissima fetta di questi proventi è per me un concetto anacronistico ed iniquo!

Purtroppo però, a causa della bocciatura degli emendamenti non sarà finanziata neppure la legge su Ibla (già morente) che avevo opportunamente inserito nel mio articolo annodandolo al cammino delle royalties.
La verità cari amici, è che l’inadeguatezza di molti amministratori cinque stelle, rappresenta un serio danno per la nostra regione.

Dimostrano di essere una tribù, un clan che vive di episodi, senza lungimiranza e/o capacità di programmazione nell’interesse della collettività. E così pure il nostro Giovanni Iacono. Non posso che definirlo un capo tribù che utilizza il proprio ruolo costituzionale, non per essere propositivo ma per fare fumo… solo fumo! E chiudo pensando che queste del Dott. Iacono fossero dimissioni già annunciate da tempo. Iacono, infatti, fu quello che abbandonò il Sindaco Solarino con tutta la sua squadra, prima che affondasse. Che scrupoli avrebbe oggi con un novizio come Piccitto?

Giuseppe Suffanti
Sergio Papa

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