Postato in data 24 Novembre 2019 Da In Fatti

BASTA CON LA VIOLENZA SULLE DONNE

ARTICOLO UNO PER UN CAMBIAMENTO CULTURALE CHE AFFERMI UNA SENSIBILITÀ DIVERSA

Articolo Uno di Ragusa accanto alle donne in una Giornata che non vuole essere solo una celebrazione.

Bisogna fermare questo drammatico corso della storia che sta macchiando il nostro Paese con dati davvero agghiaccianti.

Nei primi dieci mesi del 2019 sono stati 94 in Italia gli omicidi con vittime femminili, quasi uno ogni tre giorni. 142 le donne uccise nel 2018, dato più alto che si è mai registrato. Dal 2000 ad oggi le donne che sono state uccise in Italia sono 3.230 di cui 2.355, in ambito familiare e 1.564 per mano del proprio marito, compagno o partner.

Sono i dati pubblicati da Eures sul femminicidio. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali e culturali e a tutte le categorie economiche. Dal nord al sud.

Ragusa ne è la testimonianza, infatti, nell’arco di tre anni sono state uccise quattro donne ragusane.

Negli ultimi dieci anni l’atto di estrema violenza sulle donne, il femminicidio, è rimasto praticamente stabile ma è un dato che deve fare riflettere e preoccupare difronte al fatto che nello stesso periodo gli omicidi riguardanti vittime maschili sono diminuiti del 50 per cento. Nel 2019, il 34 per cento delle vittime di omicidio è donna e in sei casi su dieci l’assassino è il partner o l’ex partner. Una su due lascia figli minori e nel 18 per cento dei casi l’autore si toglie la vita. (dati forniti dalla Polizia di Stato).

Articolo Uno vuole portare avanti una politica di atti concreti per operare un cambiamento culturale. Un cambiamento per dare pari opportunità nel mondo del lavoro, pari diritti alle donne in ambito familiare e sociale. Abbattere quelle resistenze che vedono la donna ancora relegata in ambiti patriarcali in una condizione di sottomissione e oggetto di proprietà dell’uomo.

L’impegno del nostro partito è rivolto a rimuovere quegli ostacoli che hanno relegato le donne in una condizione di diversità di salari e stipendi tra uomini e donne, nelle differenze di accesso alla formazione, alle cure mediche, alle posizioni più alte nella scala della distribuzione del potere. Situazioni che hanno reso, da sempre, le donne più “deboli”. È necessario e non più rimandabile un cambiamento.

 

La Redazione

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